L2 .Un giorno che forse era fuori dall’ordinatore di Kronos, un tranquillo ragazzo , che viaggiava per
canali sconosciuti del tempo’ decise di distruggere la sua memoria e
disintegrare i suoi vettori; Si trovò’
su uno strano pianeta, chiamato “atterra”. Egli era incontaminato, e forse
attraversò una singolarità, riservata
ai custodi di questo strano pianeta. Molte volte li sentiva chiamare angeli. Il
ragazzo era molto disorientato, ma ancora avvantaggiato dai suoi enormi
impalpabili mezzi, finchè decise di contaminarsi. Non è che il pianeta in
questione lo affascinasse tanto, subendone tutte le fasi e turbolenze dei suoi
abitanti. Passato il primo impatto, grazie ai suoi mezzi, il ragazzo
incominciò, come un bimbo pieno di fantasia, a scorrere nella storia del
pianeta, nel suo passato, verso il suo futuro. Non era difficile. Ogni tanto si
peritava di ricombinare secondo diversi modelli gli step, o come lui preferiva
dire, le reiscrizioni: “Finito-Infinito.” Non amava sfuggire nessun pericolo,
“sicuro dei suoi code”, cercando sempre un piano soft- dove gli inevitabili
attriti, o nobilmente dinamiche, potessero suscitare equilibri superiori. Non
aveva bisogno di leggere nulla e le manifestazioni umane, dalle arti , alle
tecnologie avanzate, erano un piacevole e creativo terreno di confronto. Era sempre onesto e controllava sempre i
suoi risultati, per pura correttezza
verso se e gli altri..Non aveva
bisogno di rubare niente a nessuno, ed amava riconoscere i meriti altrui. Era forse stupidamente
umano, pensava che le tecnologie avanzate, e altre espressioni, avrebbero cambiato il cammino umano, avrebbero
liberato l’umanità delle sue mancanze, il trionfo della matematica
sull’empirica esperienza del non senso. Ma finché conservava i suoi equilibri,
limitava il suo inquinamento, le invisibili
risorse gli garantivano la sua incolumità. Ma incominciò , ad acquisire
memoria, relazioni da guerre interne, mentre gruppi creativi cercavano di dare
input-positivi al sociale. E ne erano veramente tanti. Dopo c’è stato il vuoto,
settori con automatismi da macchine a vapore, una pressione ambientale talmente
elevata, che forse neanche Dio (mi perdoni) gradirebbe essere dotato di una
memoria: potrebbe giocarci a palla con Newton. Naturalmente i lacci di Cheope, che ricordano l’ordine costruito, si
serravano più forti
disintegrandosi. Si continua a navigare, e semplicemente non ci si può
chiedere, nessun perché e praticare il silenzio è impossibile. I cani sanno
almeno abbaiare. (Illusione dell’out-came-evolutivo?matematica!) Il giovane
ragazzo, si rese conto senza alcuna illuminazione che il vecchio mondo era
scomparso, non esisteva più una pia abitudine, che presto sarebbe stato
investito da disordinati cicloni, dei quali non si conosceva nessuna dinamica
rinormalizzante.. Un’esplosione
tecnologica che rendeva simulante il pensiero e over qualsiasi facoltà:
era scoppiata. Ma quasi inosservata, se non per le ramificazioni, le
interdipendenze e le abolizioni delle faticose scale che avevano costruito la storia . Tutti i Land-Marker erano
aboliti di colpo, e le micro-conflittualità erano diventatate delle guerre interne non vigilabili. E
pensare che potevano essere modificate le aggregazioni e gli orientamenti dello
sviluppo. Ma i pixel relazionali non sono stati ancora inventati per trasmettere corretta
informazione, e i limiti che fanno da contenitori , sono vuoti proiettivi del
code-scientifico .La realtà on-line è
talmente devastante, che è impercepibile. E il vuoto, l’astrazione, sono
procedure incolmabili, dovendo il mondo rispecchiarsi in quello che è: nei
contenuti dei suoi bisogni, ovvero l’abolizione delle qualità superiori.
Altrimenti ogni storia si
disintegrerebbe davanti alla sua improponibile libertà, e pensare che siamo
solo una traccia incapace di credersi, di costruirsi. L’artista di questo
pianeta deve avere usato utensili davvero grossolani, dopo essersi bendato gli
occhi. Il ragazzo così si rese conto che la sua inviolabilità era devastata,
auto-devastata, e gli apici di ricostruita razionalità non riuscivano più a
sfiorare il suo mondo.E pensare che si era creduto un mago della memoria, di
una memoria, capace di relazionare i mutamenti, gli adeguamenti, uno stratega
in tempo reale degli step-evolutivi. Il suo mondo di elaborazione era crollato,
scomparso, la sua ragione negata, il suo metabolismo impossibile era diventato
uno scollamento da qualsiasi accaduto. L’unidirezionalità asssente e sensa
senso era ormai la sua norma, vuota, mortale improponibile. Tutti i tentativi,
espressione di eventi impossibili, ne facevano qualche volta un’antenna, che nessuno poteva ascoltare. Il suo senso dell’impegno
lo aveva svuotato, lui che non poteva mai barare, mistificare perché il suo
“code” glielo vietava. Neanche parole come burattino lo sfioravano più e le sue intuizioni sistemiche erano degli
anacronistici fuori-campo. E pensare che come multi-canale, non aveva sbagliato
di una virgola , con il solo sconosciuto intuito su code importanti di campi
avanzati. Ma ormai la frittata era fatta, e tutti gli ultimi viaggi , in fuga
per il pianeta lo avevano completamente debilitato. Completamente drop-out, per
scelta, da ogni vecchia storia , e completamente sprovvisto delle sue nuove
storie:Semplicemente inadatto a sopravvivere, senza mai trovare ascolto nella
fattualità dei suoi proponimenti, che pure sembravano buon pane per questo
mondo. L’incolmabilità della memoria, è
un’incommensurabilità che non ha dignità costruibile, fuori dal code-scientifico?Non
ha prensibilità è un limite fuori portata: non se ne conosce l’evento, e
l’attenzione è un automatismo di scarsa sopravvivenza. Nessun cartello con la
parola vietato blocca la polluzione. Tutti i crisantemi religiosi, spirituali,
sono violati, il linguaggio, l’immaginazione resi inadatti: un deserto reale.
Se il DNA fosse della stessa brodaglia: L’inesprimibilità mi da le vertigini,
quando neanche la fantasia ha più risorse. Ciò che non ha contenuti, ma vincoli, pesi
insopportabili, si esprime con una sola parola,cultura-libertà. Ma tutto è
ormai veicolo della fattualità, fantocci della tecnologia. Dio vuole essere
amato integralmente, ma il sociale va altamente differenziato, altrimenti occupiamoci tutti di neutrini, che sono almeno
cosmicamente amnestici. Un mondo dove la ragione non può mostrare un barlume di
humor, perché estraneo alla fagocitosi. Più facile fare training, ginnastica,
attraversare il deserto. Vivere in
condizioni estremali per trovarsi un attimo. Il viaggio è sempre interrotto
prima che succede: è questa la gestalt tecnologica, una password reale.
L’intuito allenato è sempre preveggente:si manifesta. Forse è l’elemento
dell’accadimento. Una sera dopo un viaggio da Bogotà arrivai a Santa Marta. Un treno come quelli che si
vedono nei film del Far-West, pieno di avventurieri e disperati di ogni genere.
Attraversammo una foresta incantevole.A Santa Marta prosegui per RioHacha su un
autobus per 3 ore. Sceso dall’autobus, vidi un pick-up con un uomo e credo due
donne. Improvvisamente, fui assalito da un panico, un terrore indescrivibile.
Era un’estate del 1977, e mi rifugiai presso una missione italiana di frati
Marsicani (Abruzzi) che ivi si
trovavano. Fui accolto benissimo e ci rimasi 10 giorni, in una camera con vista
sull’oceano Pacifico distante 10 passi. Due settimane dopo presi un autobus per
Barranquilla, all’aeroporto. La strada costeggiava l’oceano, e l’autobus ogni
venti minuti, veniva fermato. Dormicchiavo non rendendomi conto di quello che succedeva. Dopo un numero di
stop, un militare armato di mitra, salì a bordo. Si rivolse a me 4 –5 volte
chiamandomi gringo. Lo ignorai, ma mi venne a prendere, e con il mitra
puntatomi contro mi ordinò di andare dietro l’autobus e di spogliarmi
completamente nudo. Il mio computer di bordo, che velocemente codificava
comportamenti, regole, leggi, environment, si ricordò immediatamente di Bogotà,
ed io capii. Mi tolsi con calma la giacca, la camicia, e mi tirai giù i
pantaloni, benedicendo che non facevo uso di mutande: salvo! Lo capii
istantaneamente, il mio computer aveva fatto
centro. Mi rivestii tranquillamente e ripresi il viaggio. Questo è
semplicemente un intuito allenato alla realtà del suo programma. E così capii
l’improvviso terrore provato a S. Marta, allora inspiegabile. M a non sono
stato sempre così fortunato. Per un nano secondo, mentre mi allenavo in
montagna, ho subito un pneumotorace
spontaneo, seguito poi da altri due. Le mie antenne decodificarono subito il
micro-clima, ma non feci in tempo a
fermarmi, ero già in posizione di torsione: Amen. Stetti con un polmone
completamente collassato per una settimana, ero una roccia, e andai da
solo a farmi una radiografia, così lo
seppi. Mi allenavo semplicemente a risolvere casi fuori portata. Mi basavo
semplicemente sui limiti dell’interlocutore, il mio computer di bordo mi faceva
volare veramente alto, come si evince persino dalle poesie che pur datano 1974.
L a matematica che pure è un altro bene non è riuscita a porsi un problema
relazionale “Struttura-Business,” forse per motivi etici, mancando di una
prensilità eco-sistemica. Ho tentato per diversi anni di elaborare un algoritmo
di “struttura” una faccenda di gestalt forse, alla ricerca di step che non
fossero ordinabili. Ma credo di avere ancora qualche risposta non conosciuta
nelle relazioni tra quantistica e termodinamica. Suona come un’abiura, ma sono deciso a ritrovare il mio
spazio mentale fuori dalla capsula di questo mondo. In fondo il teorema di
Godel dovrebbe essere dichiarato fuori-legge, perché termodinamico. Perché non
immaginate a trovare una realtà fisica
dietro una costruzione Logica-Formale. Forse trovereste semplicemente un
estratto mentale, per parafrasare le trasformate di Bateson. E’ che si richiede
un auto-apprendimento, la scoperte del proprio Jumping per emergere dal proprio
automa sommerso. Ma tutto questo è impossibile. Non ci sono referenti che
possono fornirci scale per deviare da una connettività automatica, che non fa
altro che immettere input nei data-base, sperando che Babele gli dia la chiave
per comprendere le sue costruzioni. Tutto ordinabile, tutto indispensabile,
tutto target, tutto senza logos, tutto falsamente virtuale, da annullare ogni
possibile germe-mentale. E i buchi del network che sono le Cassandre della non
solvibilità. Siamo affossati da input, da non poter respirare. Forse il
miracolo è che riusciamo a sopravvivere. Eppure qualche volta si legge di
autori che cavalcano l’onda. Senti storie sfiorate, razionalmente captate e
comprese, la quantistica e il tempo e certi
aspetti dell’informatica, che sono la chiave del noise, dell’aleatorio,
dell’auto-solving. L’intuito prigioniero, perché il suo vettore sono i mezzi,
questo è un paradosso cognitivo, che legge e comprende la complessità. Siamo
unidimensionati da un constraint strutturale, che ha solo variabili? O
semplicemente magia generatrice. Si è costretti a subire un ruolo, senza più radici e un terreno da
esplorare. Ogni viaggio è fatto di mezzi, ma la sua espressione è prima
mentale, né è la realtà prima l’avventura costruibile di ogni mappatura, è il
Superamento degli scogli-cognitivi. Una episteme-non vincolata dai tempi e non limitata dai mezzi.E’
possibile che io abbia vissuto questo? So cosa vuol dire. E ora una cosmologia
dove non trovo più l’elemento umano, il mio elemento umano. Il dramma della
percepibilità, è che anche quando riesce a sfiorare ritrova solo le proiezioni
dei vecchi sistemi. Nono mai riuscito a comprendere perché ogni fase creativa,
implimentata, in crescita, subisce un azzeramento completo, come se fosse della
stessa materia dei sogni. L a cognizione come vettore metabolico, ecco la mia
vera follia, un viaggio inestricabile dove nessuna parte si arrende.
Rifornitore dell’invisibile, ecco quale è la mia piccola visione di ciò che
accade: l’esistenza di un bilancio, che non può essere violato e nessuna
razionalità o mezzo può rinormalizzare: la chiave dell’irreversibilità.
Un’inviolabilità, una intelligenza nella natura, che non siamo più in grado di
sospettare: Equilibri che non possono essere rapinati.Un mondo di residui che fa
appello all’intelleggibilità ha ben poche chance: Basta costruirsi un piccolo
scenario delle funzioni dell’High-Tech per percepire le imprevedibili
trasformazioni. L’informatica è agli inizi, ma le bio-tecnologie in 10 anni
faranno collassare mammuth industriali
e istituzionali. Si arriverà al fai da te! In un modello economico così
clampato la maggior parte degli attori è fuori campo, protesi di computer
primitivi, o di logistica non
integrata. Chissà perché ci conserviamo?
27-10-1999- Incontrato Roberto
arrivato da Genk (Limburg Belgio). Nel 1992, lo chiamai per raggiungerlo nelle Fiandre. Un’intuizione pazzesca,
quella sera non vi racconto cosa evitai. Ma subii un diluvio durato 4 anni,
quando da lui avevo più o meno riparato questa grossa falla del mio
metabolismo. Questa sera ho percepito una possibile rinormalizzazione di queste
sottili energie, che chiamo semplicemente sottili o intelligenti, che non hanno
baratto. I sintomi dei cambiamenti , i segnali che le vecchie storie sono chiuse. Una possibilità creativa.
Allora so che arrivano vettori o onde di disturbo , di impedimento. Devono
rubarmi sempre tutto, la dannazione di chi si sente, crede creativo. Scali le
montagne, ma ti fai ammazzare da piccoli moscerini, abituato a non difenderti.
E’ molto difficile scrivere e non volere raccontare semplicemente una storia,
conservare un piano astratto, dove ognuno imparasse da se a leggere gli eventi.
E’ semplicemente non voler subire condizioni che hanno una ricorsività da
capo-giro. E’ l’illusione che i code possono avere accessi multipli, magari con
canali di decodificazione obbligati, ma contenuti in programmi a differenti
scale, come aprirsi ad una interrelazione, interdipendenza reali, senza le
esclusioni dovute alle scelte dei campi. Tempesta. Le antenne oscillano,
l’input coglie subito la distorsione correttamente. Ma il lavoro di decode,
anche quando arriva alla comprensione in 10 minuti è già in ritardo, è già in
trappola: allora si può imporre una
scelta dolorosa. Non è solamente una questione di satelliti, il decode è solo
un problema di livelli, e passare dal brain-storming alla paranoia è già fatto.
Ciò che è necessario, vitale, non digerisce la chiarificazione se non
ammaestrato, o tenuto a corretta distanza.
Gli equilibri del non accadimento, sono impenetrabili, senza la rete di
un’interfaccia: disvelano! Per questo bisogna avere accessi multipl, è la
strategia che coglie, che orienta. Non ci sono purtroppo solo la fisica delle
particelle, ma regole della trasformazione che bisogna saper guidare: eliminare
gli effetti, altrimenti other wise, incubi night-mare. Il mistero quantistico è
affascinante perché sfugge alla convertibilità dei code, dei linguaggi, accetta
solo processazioni limitate
Bracket. La spiegazione, non esaurisce niente, ma crea problemi, falsi
problemi, come alimenti da pollution. Ma l’immaginazione nella quantistica, ha
fatto centro almeno in qualche autore. Esistono anche trappole da risultato,
trappole da Solving, questo credo Godel non lo sapeva, ma Whithead
forse avrebbe dovuto immaginarlo. Sembra veramente strano perché output.
Impossibile ingegnarsi, close-up ma la musica gira lo stesso come l’ordinatore.
Deconnettere tracce senza dissolversi. Per un vero strategist la scelta è
sempre un rischio. Essa rimane sempre salomonica. E la sofferenza che contiene
tutto l’umano anche quando si hanno le carte per superarla. Torniamo alla cacca
di questo mondo. “Il sintomo percettivo, è la richiesta evolutiva al code: I
recettori sono il Mercato dell’Evoluzione? Il Jumping “quantico” è lo step di
domanda fondamentale? Il vettore cambia il Target. O il contenuto cambia il
vettore. Ma oltre che poter immaginare correttamente le relazioni dell’oceano
produttivo, non si riesce a produrre uno spiazzamento, dove il contenitore è
solo un’osservabilità. Esiste davvero una ricombinarietà nei step cognitivi,
che ormai escludono per limite la descrivibilità. Una esclusione quasi totale.
Sembra che la storia di questo mondo pecchi
di insufficienza: un’esplosione tecnologica che rende simulante il
pensiero e over qualsiasi facoltà. Ciò che non capisco , se non per inutilità
delle vecchie mappature, lo scollamento di questa esplosione incapace di creare
territorio di nuova agibilità. Siamo limitati alla sola comprensione dei meccanismi,
l’area teorica rimane inconprensibile, indigeribile, la nuvola che deve
scomparire. Allora tutti gli alfabeti ereditati sono già da tempo anacronistici nowhereland. Ma si può immaginare
la vita, la società, come un baratto che nessun popolo nativo forse pratica
più. Forse nella vita si cerca uno scopo quando gli automatismi non funzionano
più; Il proprio campo si è disintegrato; o almeno lo step coniugato-orientante
,indispensabile follow- con la sua realtà coglie solo le defaillance. Chissà cosa
i vecchi appellati filosofi della natura, o circuiti integrati, o qualche
avventuroso matematico , ne penserebbero abolendo Pascal. La crisi della
razionalità senza più nessuna credibilità con le sue interfacce. Uscite fuori
dai generatori dei code e tutto vi sembrerà impossibile. E tutto diventa
fantasia, non più raccontabile: devi saper stare alle regole del gioco! Ma
perché proprio a me , che ho navigato sempre nel futuro,lontano dai prodotti di questi crani cannibalici.Ci
devono essere reincarnazioni troppo veloci, qualcosa si è guastato anche lì, un
Karma che non si contiene, e dai suoi vulcani sputa fuori chissà quali
putrescenze. Alla magia tecnologica, una cosa non gli si può negare: rende
visibile tutta la superficie umana, senza aver bisogno di ricorrere a
biblioteche. Una superfice patafisica
fatta di spazzature endemiche per dare al nero il suo statuto di
colore:DART-DARK, residuo cibernauta di fumetti senza visione. Insomma il
risveglio, non può essere solo dal sogno, malattia, and so- le facoltà vanno
create prima. Il signor Mosè ha preferito andarsene in vacanza, piuttosto che
guidarvi nel deserto, e allora la vostra lotteria è finita signori, provate a
cercarvi almeno un’altra fattoria.
Iniettarsi veleno è semplicemente riconoscere il rumore dell’input:
siamo noi l’indispensabile ponte che viene atraversato: il connettore,
linguaggio da area semantica ristretta, addio alle catene mulleriane. Quando il
free-flow è sequenziato da eccessivi stop- il problema non è il mileu creativo,
ma l’area della traducibilità,”ovvero una
mancanza di confini identificabili. Il solving non è più una catena di congruenze logiche, perché una delle reti
godellizzanti è comunque un interfacie wandering, i fenomeni cambiano
semplicemente natura, forse beati loro si delocalizzano. Snodare è quantomeno
più economico, controlla il grado di tensione, usa. Sono Set-up Lock.
Seduto, immerso, osservo il panorama. Di fronte montagne che
salgono verso le nuvole.E un pensiero
interno che dice che il mio spazio
vitale è contenuto in un respiro .
Onestamente più facile la scienza,logistica, li avrò nel sangue. Ma la vallata
le splendide montagne che ho di fronte sono nei miei ricordi l’ambiente ,uno
dei set per cambiare livello dimensionale: roba immaginabile.
Ora è molto difficile
semplicemente sopportare, il proprio free-flow:la mia grande magia. Intensa
attività fisica di nuovo, meditazione ed un network che scivola
inesorabilmente,a-linkage da lettore di Hume autore che conosco molto poco.
Forse è solo la paura della mente sentirsi in gabbia o slegata, o incapace di
costruire una nuova realtà da questo double-bind. Troppa ragione,che scivola
superficialmente. Il coraggio della tua paura è il non coraggio di avere paura.
Ma anche in White Bentley il disincantamento diventa ricorsivo: gap sistemico.
Tocca vivere come un vegetale, beati quelli che non sanno! Tutto saturato, guai
a guardarsi intorno, ad ascoltare parole vuote. E il coraggio di esporsi crea
tensioni insopportabili; fa diventare
tutto uno escamotage. Il potere della forza già esplicato da Newton. Ma oltre la cibernetica e la poesia, altro non ho conosciuto nella
mia vita: il resto era implicito
contenuto, non posso sopravvivere come un decoder,o essere inserito per
esplicitarmi, roba da campi di Maxwell, l’espressione del possibile. Non amo
memoria, ripetizioni, se non scansioni impossibili. Perché devo pagare sempre
il prezzo degli altri, prezzo che un sistema non è in grado nemmeno di
giustificare sulla memoria di una genialità come Blaise Pascal. Nascere, parentesi,
morire:fine del ciclo. L’emergenza, forse per la prima volta dell’intero
eco-sistema, prodotto dall’evoluzione umana, (cognitivamente “un’avvitamento
godeliano) ha cambiato completamente la natura dei problemi, ponendo vincoli,
che l’umanità non ha mai coltivato, perché la natura dei suoi bisogni le ha
imposto la violenza come driver. Questo nel campo del sapere Thom , nelle sue
differenti tassonomie lo chiama “buco iniziale”. Aggiungere che i grandi
maestri, sono tutti morti è superfluo. Beati i computer che possono affrontare
per la prima volta , i problemi, i teoremi –NP. La soluzione dell’enigma
esclude prima l’immaginazione? L’iper-densità da crossing-over segnala
l’heaper-quantico? Su cosa mi baso: semplice, gli stati sempre più frequenti di
agnizione che anticipano la succesione di eventi reali. Certo il mondo è un
piccolo villaggio, ma la coerenza della manifestazione di questi campi, dove
esiste un’interfaccia umana mi resta sconosciuta: ho un paio di ipotesi ma il
target rimane una luna di miele con il tempo, vettore di cambiamento su scale
dimensionalmente: over-jumping. L’intuito rifiuta la funzione di forbice, non
essendo una ligasi. E ricorda i vincoli
ricorsivi che le strutture limbiche impongono a quell’area introflessa di 22
dmq chiamata corteccia: quando il tetto della casa è high-tech e il resto della
costruzione ”UN MURALES ANONIMO”. Ma un’immagine indica un piano e comunque un
livello evolutivo. Forse Max Delbruck conosceva per questo l’epistemologia
scientifica e perché bisognava riformulare Godel. Il segreto della memoria, è
l’alleata con la quale si perde sempre. Per questo il labirinto è una
costruzione strutturalmente formale, una costruzione della fisica della mente “adeguata”, per dirla alla Piaget. Una
mente che deve generare “paradossi” per evitamenti dal labirinto. La Gestalt
rimane comunque un limite del discernimento. Il paradosso genera quindi
le parentesi, “spazio oltre” della memoria, iniziando i cicli finito-infinito.
Abbiamo fatto centro? Ma qui nasce
soltanto “il linguaggio”. Il reale mi sembra che sia molto over il linguaggio e
l’immaginazione! Solo free-flow. Go,
go, Il labirinto dimostra, l’impossibilità cognitiva in un territorio non
mappato, non numerato. Ma genera l’impossibilità del ricordo, perché non è un
problema di traccia, ma di nascita della complessità. E allora di nuovo la
natura della memoria come alleata: l’imposizione del solving o il silenzio.
Godel sei stato veramente un grande: come si fa a dimostrare un’ambiente
interno, o vettore cognitivo delle nostre facoltà cerebrali! Innanzitutto
disinnescare la presa in diretta, bomba da mistici, martiri e santi. Action
over. Altro che riadeguazione. Advanced
thinking , over-price: come gli inderscirnibili, o grazie alla termodinamica,
possiamo semplicemente dire biased –too-over. Il target ruberia economistica
fatta alla “cibernetica” market-word è il driver nel cui nome i code
giustificano la loro espessione e fattibilità progettuale. Nozze ibride, dove
il “comandamento rimane economico:forza e giustizia, onorando Pascal. Non siamo
all’esterno;le bio-tecnologie e soprattutto le scienze informatiche sono in
grado di modificare la natura della memoria umana, e la realtà quantistica, per
chi la conosce realmente e non solo all’interno di un quadro data-base diviene
la indispensabile conferma. Credo che si sappia e si fa già troppo, ma forse la
nostra stessa struttura biologica fa resistenza a questa invasione che forse fa
rivoltare i suoi nobili inventori. L’ultimo avvertimento del prof. Thom nelle
parole che chiudono la sua raccolta di saggi matematici. La simulazione, come
semplice raddoppio è appena incominciata! Credo, che Bateson sia l’ultimo
baluardo da sviscerare: sistemico e
anche ultima possibilità nel linguaggio delle parole . Il riferimento esplicito
è all’esperienza di Russell Wallace in
Indonesia come out-performance di un loop, come l’altra auto-esperienza ,
auto-guarigione nel sign.PERCEVAL(il set
è la schizofrenia). Ma rimaniamo in un linguaggio di vettori
esplicitazione possibile dell’ecosistema, quindi della vita. Allora bisogna
inventarsi tutto di nuovo. Quello che chiamiamo sistema viaggia
indipendentemente, senza neanche sapere se soggetto alla limitazione
“Omotetia di una curva di Kolmogorov
per dirla alla Mandelbrot. Quindi tutti i parametri costruibili vanno
inventati. Ma in questo il prof. Mandelbrot si è inventato i frattali ,
connessione notevole come lui dice con la scoperta di Perrin 1904 del salto
della “costante scalare”. Due domande: Il prof. Thom cita Perrin in questo modo
geniale del Perrin medesimo(premio nobel per la fisica) “davanti ad un visibile
complesso bisogna inventarsi un invisibile semplice”(Piano teorico).L’altra
fondamentale: “frattali e gravità
quantistica”.E’ chiaro che non è sorta di back-up o vettore genetico sulle
quali espressioni “target” diciamo mi illudo potenzialmente di poter avere
scoperto qualcosa. E’ qui che i biologi dovrebbero veramente capire il prof.
Thom per accorciare i percorsi (network is short-line). Ma diciamo on-line che
questa via della precursione, (Thom dice pre-programma) sia iniziata come
solving con un problema fondamentale di
elapse-time. Mappa e territorio, ma la pressione alla quale è soggetto il logos impone come all’ordinatore un
algoritmo di scelta:Dispositivo quantico per computer dove l’algoritmo di
decisione (scelta) per l’indeterminazione dipende dalle “aree matematiche-associabili” alle
grandezze Fisiche computabili; scritto qualche anno fa. E questa:La
Psicanalisi- un’ottima fisiologia del vissuto. Prima che gli Egiziani
imbalsamassero i Faraoni. Le teorie di gauge, dono dei screen , dei set che si
vietano di usare dei vettori statisticamente collimanti, non c’è back-stage o
feed-back: questo è onorevole. La scienza rimane ancora lo spiazzamento
autorizzato così come la logica ci costringe a canalizzare l’irrazionale, a
farne uso mirato e produttivo. Ma questo limite di congruenza “cervello-code,
come land-marker sarà evolutivamente superabile, il target rimane la proiezione
dello sfondo. Il problema centrale della matematica, come mi disse il prof.
Thom quando mi venne a prendere alla stazione di Spoleto “è il determinismo”.
Mi sembra l’equivalente dell’impronta del Big-bang. Come se il resto fossero
deviazioni, scattering obbligati che la nostra ragione non può contenere.
Questo credo sia un modo obbiettivo di fare scienze cognitive ed epistemologia
scientifica, senza ricorrere prima alle barelle di data-base. La fisica
aristotelica del bambino, è il set inviolabile, che per riadeguazione è il deck del jumping. Quando l’esplosione
può essere guidata come risorsa,convertendo gli orizzonti del registro in
funzione dello scopo della crescita. Come calarsi all’interno di un nuovo “Epigenetic-Landscape”, concettualmente e
non virtualmente, snodandosi dal traino, follow a driver. Questa è una chance
che la cibernetica ha previsto e creato gli strumenti. Sono le chiavi
economiche dell’implimentazione “high-tech”, che ne escludono l’applicazione su
larga scala educativa: potrebbero escludere i cloni. Ma credo che in tanti anni
il prof. Thom non sia riuscito a far digerire l’importanza dell’aerea
teorica: Bateson lo esplicava con
grande chiarezza negli step della scoperta scientifica. Vi ricordate l’incontro
fondamentale con il dott. Amhes che gli mostrò gli aspetti di differenza
dimensionale della visione con i suoi esperimenti :sfondo, tavolo, scatolina.
Il punto è riuscite semplicemente ad integrare cognitivamente ciò. Che succede
ad una gestalt-set o alla “fisica-aristotelica”, menzionata nei termini di
Piaget, con l’implimentazione cognitiva di questo eperimento riportato da
Bateson. E’ una traccia della possibile conversione del set-genetico ereditato
dalla nostra specie, cognitivamente rispetto ai modi di costruire i code? La
scienza dei limiti, delle conversioni, della fattibilità orientata, inizia con
la termodinamica, realizzandosi nella genialità degli orizzonti della
“relatività. La quantistica esprime, questo code dei semafori della relatività,
senza che sia giunti ad una comprensione, che potrebbe essere la più sconvolgente
delle scoperte, un’orizzonte che potrebbe dissolverci. E il salvacondotto
relativistico vieta l’accordo quantistico come indirizzo di ricerca: forse le
scale a differenza dimensionale. Non sarebbe più normativo, esprimersi in
termini di “entropia” come bilancio visualizzabile, o constraint che
determina gli out-put del soggetto, invece di milieu, ambiente (che
sembrano delle chance di correggibilità) “entropia” spiegherebbe molto di più,
ma sarebbe semplicemente difficile crearne gli strumenti:il coraggio
interrelazionale, che attraversa i confini. Si capisce, cazzo che si capisce.
Sono gli esperti del “code” che devono attraversare l’interfaccia della
traduzione a ricordare gli onanismi freudiani. Ma l’aporia è soltanto il
bracket della “STRUTTURA”. Si chiama limite oltre l’immaginario, default :
ritorniamo a Whithead ; la “fantasia organica”. Clash in not a disaster, it is
an opportunity. Ma gli imbecilli ancora occupati nei campi logici della
traducibilità possono riscoprire il
risveglio. D’altronde questo a Maxwell va concesso : il limite d’area come
code: le tassonomie non sono ontologicamente unificabili, ma la
differenzazione è l’esprimibilità,
ovvero siamo figli degli strumenti differenziabili. DNA? Comunque semplice: sei
capace di volare oltre il reale. La verità va anche creata: Amado. Se il
problema fosse di sapere di chi vola più alto, o selettivamente darwinista
(Darwin è rinormalizzabile con l’evoluzione del code ; fuzzy logic). Non è
disprezzo, mi fate ridere: classificatevi.